Ho dovuto aspettare tre giorni, ma alla fine il Caffè Trusis in Dzimavu Iela ha riaperto. I proprietari sono finalmente tornati dalla campagna e con loro è tornato anche il sole, un giorno prima della mia partenza. Un bel locale ampio, luminoso, semplice e accogliente, in cui si mangia vegetariano-vegano con alcune eccezioni. Ci sono tisane, centrifughe, succhi, vino, birra e cocktail. È stupendamente rilassante e io ho talmente voglia di buon cibo che alla cameriera ordino tutto il menù, ma lei amabilmente me lo impedisce, risettandomi la connessione tra gli occhi e lo stomaco.
I colori sono eleganti: la centrifuga è arancio intenso, la zuppa di un verde delicato, l’insalata variopinta, il “cheesecake” alla fragola è lilla. Esco rifocillata e felice, lo stato d’animo perfetto per un momento di serendipity. È così che pochi metri dopo sullo stesso marciapide trovo Roberts Books, libreria annidata in un cortiletto, con tavoli, fioriere e un murale all’ingresso.
Il motto è: “Good friends, good books, and a sleepy conscience: this is the ideal life” (Mark Twain). Il padre della libreria è il giornalista Robert Cottrell, collaboratore dell’Economist, che nel 2008 ha deciso di aprire la sua libreria ideale, che oggi non è solo una rivendita di libri, ma anche un luogo di incontro per menti affini. Non si esce a mani vuote da un momento di serenditpity così, in una città sconosciuta. Quando esco ho in borsa Clever Maids: The Secret History of the Grimm Fairy Tales
Un ristorante dove si mangia benissimo e si spende poco – non fatevi intimorire dall’ambiente minimal chic – è Valtera in Miesnieku iela 8, nella Città Vecchia, tra il Duomo e il Castello. Qui l’imperativo è “Simplicity and sincerity. Without glamor and snobbery”, lo dice lo chef Valters Zirdziņš.
Il suo ristorante si vanta di essere il primo a proporre una cucina lettone contemporanea basata su prodotti rurali – latte, verdure, carne, pesce, frutta e selvaggina provenienti da aziende locali. Il menù è conciso come l’ambiente e cambia con le stagioni. Valters Zirdziņš è, per intenderci, l’Andrea Tantucci lettone: cucina con quello che gli portano i suoi fornitori. Gli unici prodotti non a km 0 sono il sale, il pepe e il caffè, perché anche la birra e il vino sono local, così come il “samogon”, la vodka fatta in casa, e le stoviglie, tutti prodotti artigianali lettoni in legno, ceramica, pietra e altri materiali naturali. Il servizio è sobrio e i prezzi sono davvero onesti
Nella Repubblica della Pace, ovvero in Miera Iela (vi ci porta il tram n. 11), entrate al numero 19 da Illuseum, negozio e sala da tè con l’atmosfera di una bottega ottocentesca con il wi-fi. La stanzetta nel retro sembra una piccola fumeria d’oppio, l’unica cosa che non si trova sugli scaffali dove invece c’è di tutto da tutto da tutto il mondo: tè ayurvedici, cinesi, giapponesi, lettoni, mate…
Per fare una bella bottega non basta l’ambiente e la merce, ci vuole anche un interfaccia umano appropriato, e la commessa che con molta lentezza mi ha preparato un’infusione rilassante e a suo dire anche afrodisiaca, era svagata e stordita al punto giusto. Su ognuno ha effetti diversi, mi assicura. Dipende da ciò di cui hai bisogno.
Di atmosfera completamente diversa, tornando nella Città Vecchia, un caffè-cioccolateria dove il tempo non è passato: il modernariato è autentico, mobili, lampadari, vetrine. C’è anche un silenzio d’altri tempi al Caffè Kuze, una quiete che ti trasporta in una dimensione di relax istantaneo non appena varchi la porta d’ingresso e torni indietro di oltre mezzo secolo (anche se c’è il wi-fi). Fuori la vita scorre, neanche freneticamente. Dentro ognuno è immerso nei suoi pensieri davanti a un caffè e a un croissant. E’ come ritrovarsi nella Piccola Parigi che era Riga: la musica di sottofondo è francese, ci sono anche i croissant e cioccolato quanto ce ne vuole a far passare qualsiasi blues metropolitano.
Leave a Reply