1565-2015. Quest’anno si celebrano i 450 anni della vittoria nel Grande Assedio, stretto dall’Impero ottomano di Solimano il Magnifico per eliminare la base dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni che ostacolava le scorribande dei turchi nel Mediterraneo. Ma grazie all’eroica difesa dei cavalieri e dei maltesi, dopo quattro mesi gli Ottomani abbandonarono l’assedio. Pynchon dà la sua versione dei fatti in V.
L’altro Grande Assedio subìto dall’isola ebbe inizio l’11 giugno del 1940, il giorno dopo la dichiarazione di guerra di Mussolini agli Alleati. Malta fu bombardata quasi tutti i giorni dalle forze dell’Asse per due anni e mezzo. In tutto furono 3.343 i raid aerei sull’isola, furono sganciate 15.000 tonnellate di bombe. Quasi 1.600 le vittime. Tra i danni materiali la distruzione del Teatro dell’Opera, quattro alberghi dei cavalieri e migliaia e migliaia di abitazioni private.
Da isola assediata, Malta divenne la roccaforte da cui si coordinarono le operazioni degli Alleati e in particolare lo sbarco in Sicilia, ovvero l’Operazione Husky. Tutto questo avveniva in un quartier generale sotterraneo, situato nella pancia delle fortificazioni, le Lascaris War Rooms. Un formicaio, una rete di tunnel e stanze scavate nella roccia anno dopo anno, un luogo segretissimo dove anche il generale Eisenhower soggiornò per due settimane nel luglio del 43. Qui c’era la sala controllo della RAF, la Filter Room che gestiva il controllo radar, una centrale operativa per la contraerea e la Cypher Room per le comunicazioni in codice.Tutto attrezzato con mezzi che oggi paiono primitivi, usando materiale di scarto, sia dalle rovine degli edifici maltesi, sia da navi dismesse, come i tabelloni ricavati da persiane o i tubi dell’impianto di aerazione. Pochissime le linee telefoniche, molte lavagne con scritte in gesso, enormi carte della Sicilia su cui sempre a mano arrampicandosi su scale, venivano aggiornati i posizionamenti delle truppe alleate e l’avanzata in Sicilia, il tutto nel rumore assordante dell’impianto di ventilazione. Le Lascaris War Rooms rimasero attive anche durante la Guerra Fredda fino al 1977, due anni prima della chiusura della base britannica. Sono rimaste sigillate per decenni, poi riaperte e trasformate in museo.
All’inizio della visita viene proiettato un documentario in b/n che racconta l’embargo a cui Malta era sottoposta e le difficoltà di rifornimento. Insieme al commentario molto dettagliato della guida, evidentemente appassionata di storia di guerra, rende la visita sufficientemente lunga e claustrofobica da mettere una certa frenesia di tornare in superficie. Perfino il tunnel fuori dall’ingresso sembra insopportabilmente lungo. Una volta riemersi alla luce del sole, usciti dal ventre del forte Lascaris, respirate a pieni polmoni e fate una passeggiata sul lungomare per vedere le ex botteghe dei cavalieri costruite nel XVIII secolo. Oggi le porte sono di vari colori che rappresentano le merci che vi si vendevano un tempo: blu per il pesce, rosso per il vino, giallo per il grano….
Poi proseguite in direzione opposta verso i Lower Barrakka Gardens, all’estremità della penisola: un luogo appartato, a differenza dei giardini che si trovano nella parte alta di Valletta;dove fermarsi a leggere o meditare, soprattutto d’inverno, contemplando le navi che entrano nel porto e le tre città che disegnano l’orizzonte di fronte a voi.
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