Su uno dei tanti scaffali delle meraviglie di Kate’s Kitchen, il negozio delle Sorelle O’Hara in O’Connell Street che vende “il meglio di tutto a Sligo”, c’è una tisana dedicata a W.B.Yeats. Si chiama Yeats’ Brew ed è “un delizioso tè nero aromatizzato al ribes nero e sambuco, aromi naturali che sono un perenne richiamo alla bellezza selvaggia della contea di Yeats”. A Sligo, sulla costa occidentale dell’Irlanda, un tratto del magnifico scenario della Wild Atlantic Way, William Butler è ovunque. Nell’anno del 150° anniversario della nascita, c’è ancora di più: oltre che come murale e statua-farfalla per le vie della cittadina, il Grande Bardo e Premio Nobel fa capolino da ogni vetrina non solo delle librerie, ma anche di negozi di abbigliamento, parrucchiere, prodotti bio o dischi. I manichini hanno la sua faccia, i suoi libri decorano l’emporio, la farmacia, il pub, la galleria d’arte e l’agenzia immobiliare. Qui c’è la sede della Yeats Summer School, dove a luglio accorrono studenti di tutto il mondo; a pochi chilomentri c’è Lough Gill con l’isola di Innisfree, e la tomba dove è sepolto – una semplice lapide senza fronzoli e senza fiori, a Drumcliffe – e Rosses Point dove andava a giocare da bambino con il fratello.
Ma c’è anche una squadra di calcio che porta il suo nome, una regata e ogni anno il 13 giugno, anniversario della nascita, una Nobel Dinner, evento ufficiale molto affollato, a cui quest’anno è valsa la pena partecipare non tanto per il cibo ma per il discorso di Edna O’Brien. Per gruppi più ristretti, Damien Brennan organizza cene con letture di poesie a Broc House, residenza privata con suggestiva vista su Innisfree. Cibo e birra superiori a quelli della Nobel Dinner, e c’è la possibilità che durante la serata compaia perfino un arcobaleno: è la magia di Sligo.
L’illustratrice Annie West ha disegnato una serie di vignette esilaranti e le ha raccolte in un libro intitolato Yeats in Love. Cillian Rogers, scultore e mastro burattinaio, ha creato una marionetta che lui stesso aziona sui trampoli portandola a spasso per le vie della città.
Da Hargadons, il pub in O’Connell Street, ogni giorno alle 13 si recita una sua poesia. Se poi assaggiate anche le loro ostriche con la Guinness, l’esperienza sarà indimenticabile. C’è stato uno Yeats Food Festival e qualcuno ha avuto l’ardire di disegnare con lo spray un naso rosso da clown sul nobile volto del Bardo.
Qui WBY è di casa, anche se non ci ha mai vissuto. E’ la contea del suo immaginario, terra di miti e leggende, scenario naturale del patrimonio folk che lega il nazionalismo irlandese al soprannaturale, due grandi temi yeatsiani. Sligo è la contea della famiglia materna – i Pollexfen erano una agiata famiglia di commercianti – rifugio dalle inquietudini causate dai dissidi tra i suoi genitori, quando il padre decise di abbandonare la carriera di avvocato e darsi alla pittura, senza infamia e senza lode ma soprattutto senza denaro. E’ la sua dimora spirituale, un paesaggio che interiorizza come territorio del cuore: “There is a waterfall upon Ben Bulben side that all my childhood counted dear”.
Anche se quando aveva due anni la sua famiglia lasciò l’Irlanda per andare a vivere a Londra, per tutta l’infanzia e la prima adolescenza Yeats trascorse lunghe vacanze estive con il nonno materno a Sligo, e da adulto a casa dello zio George Pollexfen, ritrovando un paesaggio misterioso e incantevole che nutriva la sua immaginazione. Da poeta rispettato poteva frequentare residenze che un tempo per estrazione sociale sarebbero state fuori dalla sua portata, come quella dei Gore-Booth: “The light of evening, Lissadell, great windows open to the south, two girls in silk kimonos, both beautiful, one a gazelle.”
Se non ce la fate ad arrivare fino a Sligo, alla National Library di Dublino c’è una mostra permanente dove potete passare anche tre ore prima di abbandonare il campo in preda all’ipotermia (consigliati golfino e scarpe chiuse). Prima di andare a cercare conforto in un pub che, Dublino essendo Dublino, sarà nel raggio di 50 metri da dove vi trovate ( “Good puzzle would be cross Dublin without passing a pub”, dice Leopold Bloom in Ulysses), fate un salto al primo piano e dare almeno una sbirciata alla Reading Room, dove Yeats e Joyce passavano molte ore quando erano studenti: non è la Long Room del Trinity, ma se avete un’anima letteraria vi darà lo stesso i brividi.
Se per quest’anno invece l’Irlanda è fuori discussione, a portata di click avete pur sempre la sua opera completa, la mostra alla National Library e un nutrito scaffale di dischi. Perciò se voi non andate da Yeats, sarà Yeats a venire da voi.
5 Canzoni prese in prestito o ispirate da W.B.Yeats:
- Van Morrison, Before the world was made (Too Long in Exile), è un adattamento di A Woman Young and Old.
- Sinead O’Connor, Troy, liberamente tratta da No Second Troy
- Waterboys, The Stolen Child, è la poesia omonima di Yeats
- Joni Mitchell, Slouching towards Bethlehem (Night Ride Home) mette in musica The Second Coming
- Nick Drake, Hazey Jane I. Yeats era uno dei poeti preferiti di Drake, per motivi non riassumibili in poche righe. Sono costretta a rimandarvi a Journey to the Stars (Arcana, 2007), sezione Bryter Layter, in cui questa canzone è messa in parallelo con le poesie dedicate a Crazy Jane in Parole per musica, forse.
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