Il cavallo a dondolo, la balia, doppia conferma russa e romena: DADA. (Tristan Tzara)
Come si raggiunge la felicità eterna? Dicendo dada. (Hugo Ball)
Nell’estate del 1915 una performer itinerante e poetessa e uno scrittore tedeschi abbandonano il loro paese diretti verso la Svizzera. La prima guerra mondiale infuria: è un’ecatombe terrificante, l’orrore dilaga dalle Fiandre a Gallipoli, dall’Isonzo ai Dardanelli, alle baionette e ai cannoni si aggiungono le armi chimiche, ma in Svizzera c’è la pace. Come molti rifugiati, Emma Hennings e Hugo Ball trovano scampo a Zurigo. Non hanno un soldo e si vendono tutto – vestiti, libri, anelli, orologi. Dada nasce letteralmente dal nulla a cui aspira. Il primo inverno è una lotta per la sopravvivenza, poi trovano un ingaggio in un music hall, cantano porta a porta, vivono in stanzette striminzite in soffitta, fumano molto e il 5 febbraio 1916 fondano il Cabaret Voltaire al numero 1 di Spiegelgasse, in una ex latteria nel centro storico di Zurigo. Una via che ha attratto rivoluzionari e avanguardisti, da Georg Buchner, che qui scrisse Woyzeck a Lenin che qui preparava la rivoluzione. Pare che il vivace viavai dei dadaisti si sentisse sino al numero 14, dove abitava Wladimir. Ancora oggi si specula sul fatto che lui e i dadaisti si conoscessero.
“Ad ogni modo, gli svizzeri preferiscono lo yodel al cubismo”, commenta Hugo Ball, ma al Cabaret Voltaire arrivano molti giovani tedeschi, romeni, polacchi, olandesi, russi che ne fanno un crogiolo di nazionalità, generi e stili. Ipermoderno, provocatorio, creativo, fa esplodere i confini tra arte e realtà e già negli anni ’20 è una rete mondiale. Il Dadaismo zurighese è plasmato dalla situazione politica e culturale del 1916, è diverso da quello che si sviluppa a Parigi, New York e Berlino e politicamente è più radicale. La parentesi dadaista zurighese si chiude nel giugno del 1919, ma ancora oggi la città sperimenta rigurgiti neodadaisti, riletture, rinascite e omaggi: le proteste studentesche del 68, il movimento Bewegig degli anni ’80 ne sono esempi, come l’occupazione dei locali al n. 1 della Spiegelgasse all’inizio degli anni 2000, da parte di un gruppo di artisti Neodadaisti che salvano il palazzo dalla demolizione, restaurandolo e organizzando feste, mostre, proiezioni, letture. Migliaia di persone prendono parte all’esperimento, finché il 2 marzo del 2002 la polizia fa uscire gli occupanti. Da quel momento l’edificio ha ripreso la sua funzione originaria e ha aperto come cabaret e negozio.
Per celebrare i protagonisti Dada in occasione dei 100 anni, tra febbraio e luglio il Cabaret Voltaire ospiterà 165 eventi, mentre altre prestigiose istituzioni come la Kunsthaus e e il Rietberg hanno organizzato mostre, progetti teatrali, performance, seminari e reading.
Go Dada!
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