“Happiness is a warm pub”, dice Ian Rankin parafrasando i Beatles. Citazione perfetta per il creatore dell’ispettore John Rebus, noto anche per la grande passione musicale. Lo sguardo accigliato da presbiteriano scozzese si illumina inaspettatamente quando, mentre firma la mia copia di Exit Music, gli chiedo se va a comprare dischi da Coda Music a Edimburgo. “Sì! E’ un gran bel posto!”.
A Libri Come all’Auditorium Parco della Musica, Giancarlo De Cataldo gli ha appena regalato la sua copia in vinile di Liquid Acrobat As Regards The Air della Incredible String Band, gruppo di folk psichedelico nato a Edimburgo nel 1966. “Quando ero bambino ho inventato un gruppo che esisteva solo nella mia testa e sulla carta, a 18 anni sono entrato in un gruppo punk come cantante e quando ho cominciato la serie di John Rebus, ho deciso che anche a lui sarebbe piaciuta la musica. La musica che ascolta dice molto di lui. Quando torna a casa e mette su un disco di Leonard Cohen, Van Morrison o degli Stones, si ha un’idea della sua età, del suo ceto sociale, del fatto che è una persona sola, a cui non piace andare alle feste. Io sono più giovane di lui, ma volevo che lui ascoltasse la musica della sua generazione, non della mia. Rebus non compra dischi usciti dopo il 1975. Siccome nei miei libri c’è così tanta musica, i musicisti sono diventati fan della serie e io ho potuto conoscere Van Morrison, Keith Richards, Robert Plant”, racconta con evidente soddisfazione.
Con l’ingresso nella serie della più giovane Siobhan Clarke, Ian Rankin ha potuto inserire nei romanzi gruppi più vicini ai suoi gusti, come i Cocteau Twins e Belle and Sebastian. E’ anche un fan di Montalbano e gli fa piacere che Camilleri sia un fan di Rebus. In Italia è appena uscito Piuttosto il diavolo, ma il nuovo volume arriverà in libreria già a ottobre: “Del nuovo romanzo non posso dire niente. Sono superstizioso e inoltre sono solo alla seconda bozza, posso ancora fare grossi cambiamenti. Si intitola In a house of lies e come indizio posso aggiungere che il quartier generale della polizia a Edimburgo si chiama The Big House”
Quando inizia un nuovo libro, Ian Rankin va in una casa isolata, dove il cellulare prende poco, in un villaggio dove non c’è nulla, solo un pub con una buona cucina. Da scrittore di gialli che macina un libro all’anno, non soffre di blocco dello scrittore. Scrive molto in fretta – è costretto a farlo altrimenti dimentica la trama – anche perché “se il libro si scrive in fretta significa che si leggerà altrettanto rapidamente perché ha ritmo”.
“La prima stesura è terribile, nella seconda aggiusto molti problemi, la terza la scrivo dopo aver fatto le ricerche (ad esempio sopralluoghi in posti di Edimburgo per essere sicuro di averli descritti bene, colloqui con medici o anatomopatologi, ndr), poi il manoscritto passa a mia moglie (i due non ne parlano, lei annota tutto ai margini del manoscritto, a volte un enorme punto interrogativo alto quanto la pagina, ndr) e io faccio altri aggiustamenti, e infine va all’editore, ma solo quando mia moglie ritiene che sia pronto. E’ il segreto di un matrimonio felice”.
Essendo uno scrittore a tempo pieno, ha molto tempo a disposizione. Se la mattina non riesce a scrivere, esce a fare una passeggiata, va al pub, fa un cruciverba, legge il giornale. Riprova nel pomeriggio, se ancora non va, riprova la sera. A volte la sua giornata lavorativa inizia alle sette di sera e va avanti fino a mezzanotte. Scrittore per passione, oltre che per mestiere, Ian Rankin la felicità non la trova solo in un pub accogliente: “Writing makes me happy when it’s going well”, anche scrivere lo rende felice quando gli riesce bene.
La playlist di Ian Rankin nel programma Desert Island di BBC Radio4
foto di copertina dal sito ufficiale di Ian Rankin
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