Pare che gli italiani vadano a Lipsia, ma solo di corsa. Sono quelli che da Berlino sono diretti a Dresda e nella città di Bach fanno sosta per pranzare e visitare il centro. La mancanza di voli diretti dall’Italia non è un deterrente: Lipsia è a poco più di un’ora di treno da Berlino e merita di essere una destinazione a sé, e di passarci almeno tre giorni pieni. Quello che segue è un itinerario possibile, immaginando l’arrivo il giovedì sera e la partenza il lunedì successivo.
VENERDI
Iniziate la giornata con una passeggiata per il centro. Partiamo da Markt, il cuore della città vecchia, la piazza del mercato dove un tempo si svolgevano anche le esecuzioni, come capitò a Woyzeck. Qui c’è l’Altes Rathaus (“Vecchio Municipio”) uno dei più antichi edifici in stile rinascimentale di tutta la Germania. Una visita merita sicuramente la Chiesa di San Nicola, luogo cruciale nella storia recente della città nella Rivoluzione Pacifica che portò al crollo del muro di Berlino e alla riunificazione tedesca. Il muro cominciò a incrinarsi in questa chiesa costruita nel 1165, il cui organo è stato restaurato grazie a 1 milione di euro donato dalla Porsche (che a Lipsia ha uno stabilimento), e infatti ha due caratteristiche simili alle automobili: per suonarlo bisogna girare una chiave posta a sinistra, e il bancale è riscaldato. A San Nicola le preghiere per le pace erano iniziate già nel 1982 con poche decine di persone che si riunivano dopo il lavoro il lunedì pomeriggio. Nella piazza noterete delle luci a terra che si accendono una dopo l’altra a simboleggiare la crescita della protesta pacifica. Il 9 ottobre 1989, due giorni dopo le celebrazioni per i 40 anni della DDR, si tenne la manifestazione decisiva ed esattamente un mese dopo crollò il muro.
In Grimmaische Strasse, la via dello shopping, poco prima di arrivare ad Augustusplatz c’è una statua intitolata Unzeitgemäße Zeitgenossen, i Contemporanei Intempestivi: 5 loschi figuri nudi, in bilico su una barra di bronzo per non cadere, fedeli al regime. Se siete interessati a ripercorrere le tappe e i luoghi della Rivoluzione Pacifica, scaricate l’app Leipzig 89. Ad Augustusplatz si fronteggiano le due prestigiose istituzioni musicali: la Opernhaus e la Nuova Gewandhaus (prima di partire controllate il programma e comprate un biglietto online: sarebbe un peccato lasciare Lipsia senza aver assistito a un concerto in almeno una delle istituzioni musicali più prestigiose d’Europa).
Alla fermata dei tram di Augustusplatz saliamo sul numero 14 in direzione Plagwitz per andare allo Spinnerei, l’ex cotonificio diventato una minicittà dell’arte con gallerie, studi, negozi, cinema d’essai, e una bella caffetteria con giardino dove fermarsi per uno spuntino o un pranzo. Dallo Spinnerei si può proseguire verso la Kunstkraftwerk, ex centrale elettrica che ospita mostre, installazioni ed eventi culturali. prima di tornare in città. In centro godetevi un caffè o un tè in uno dei locali storici, ad esempio il Café Riquet, in un edificio esotico costruito agli inizi del 1900 per la Riquet Company & Co., che già alla metà del 1700 aveva iniziato i suoi commerci con l’Oriente. All’epoca era uno dei più nuovi e originali palazzi di Lipsia. Una pagoda cinese, due elefanti, mosaici art nouveau: è una costruzione che non passa inosservata. Assaggiate la vostra prima Leipzigerleche, l’Allodola di Lipsia, il dolce tipico, così potrete fare il confronto con quelle che proverete negli altri caffè nei giorni successivi.
Aperitivo e cena a Connewitz, quartiere alternativo nella zona sud, meno hipster di Plagwitz, multiculturale, refugee welcome, dove vivono lavoratori, pensionati, studenti, hippie. Atmosfera alternativo-anarchica, qui il costo della vita è più basso che nel resto della città (già piuttosto abbordabile) anche nell’offerta di bar, ristoranti e club. Camminate lungo la Karl-Liebknecht-Straße e troverete sicuramente il posto che fa per voi. Per il dopocena, la scelta può essere uno o anche tutti i seguenti locali e club: Connewitz UT, die naTo, Werke II, Conne Island, Institut fuer Zukunft.
SABATO
Giornata iperculturale con visite a musei e gallerie, con pause nei bei caffè ogni volta che ne sentite l’esigenza. Restiamo nel centro storico di Lipsia o poco fuori il Ring, l’anello stradale che lo circonda, per cui non avrete bisogno di prendere mezzi. Cominciamo dal Museum der bildenden Künste, altrimenti detto Museo delle Belle Arti. Il nuovo edificio è un imponente cubo in vetro alto 36 metri creato dagli architetti berlinesi Hufnagel-Pütz-Rafaelian, con cortili e terrazze che lo aprono al resto della città. Anche l’interno del cubo è impressionante per materiali (vetro, cemento, coquina e legno di quercia), disposizione degli spazi, vista sulla città. Non avevo mai preso un ascensore così alto, un po’ stile film di 007. Le opere – dal tardo Medioevo all’arte contemporanea – sono esposte nelle grandi sale, nelle gallerie, lungo le scale e nei cortili. Il pezzo forte è la grande statua di Beethoven di Max Klinger. A proposito di arte contemporanea e di Nuova Scuola di Lipsia, proprio sul Ring c’è la G2 Kunsthalle e poco distante la Galleria dell’Arte contemporanea, abbreviata in GFZK, composta di due edifici: una villa in stile Gründerzeit ristrutturata dall’architetto Peter Kulka e un nuovo padiglione per le mostre temporanea e gli artisti più giovani. Un bellissimo giardino aperto da aprile a ottobre e un caffè che si chiama Sindrome Parigina.
Per pranzo salite sulla Panorama Tower ad Augustusplatz, godetevi la vista panoramica a 120 metri d’altezza e l’ottima cucina dei 4 ristoranti. Poi riscendete a terra verso le 14 e 30 perché alle 15 in punto iniziano i Mottetti nella Chiesa di S. Tommaso: un’occasione formidabile per sentire il coro fondato nel 1212 che Bach diresse durante i suoi trent’anni di lavoro a Lipsia, nella chiesa dove lui stesso dirigeva le sue opere e dove è sepolto. Sarà un’esperienza indimenticabile! Biglietti alla porta a 2 euro. Essere accolti dal sorriso di uno dei giovanissimi componenti del coro in veste di padrone di casa, senza prezzo. All’uscita – la funzione dura circa un’ora – entrate nel Museo di Bach proprio di lato alla chiesa: genealogia della famiglia, partiture originali, strumenti, la possibilità di ascoltare tutte le sue opere.
Quando uscirete, sarà più o meno ora di un caffè o tè: stavolta andate al Cafè Baum, la caffetteria più antica di tutta la Germania dove il primo caffè, una bevanda molto amata dai sassoni, fu servito nel 1711, Era il locale preferito (nonché l’ufficio) di Robert Schumann al quale è dedicata una delle torte. Se non l’avete fatto al museo, potete ascoltare qui la Cantata del Caffè di Bach. Se avete in programma di finire la giornata in un club o un locale, una buona idea è tornare a Plagwitz e dirigersi al Täubchenthal per un concerto, o all’Elipamanoke, proprio accanto, per ballare la techno. In tal caso, per avvicinarvi potete cenare da Chumumi (vietnamita), o in uno dei pub/ristoranti compresi nell’itinerario di Eat the World Leipzig.
DOMENICA
Colazione pigra in hotel, poi di filato alla casa di Mendelssohn per un concerto matinée. Se siete al Motel One sono dieci minuti a piedi, che io ho fatto con la tramontana e il nevischio a fine aprile. Perfettamente restaurata, al piano terra la residenza ospita una sala in cui potete dirigere un’orchestra virtuale mentre esegue una delle sue opere. Di sopra, dopo aver girovagato nelle stanze dove viveva la famiglia, e dove sono passati amici illustri come Robert Schumann e la moglie Clara Wieck, prendete posto nel salone della musica per il concerto.
All’uscita, se c’è il sole, inforcate una bici e attraverso Johanna Park e Clara Zetkin Park si può raggiungere Plagwitz, la ex area industriale dove si trova lo Spinnerei che abbiamo visitato il primo giorno. Con la bici si può andare lungo i canali e arrivare nei parchi e allora si avrà la prova di quanto Lipsia sia una città rilassata, con persone che fanno picnic o giocano sui prati, suonano, o si rilassano nei tavolini all’aperto. E si possono anche ammirare i nuovi condomini ricavati dalle ex fabbriche come quelli del complesso Buntgarnwerke proprio sul fiume Weisse Elster, un enorme monumento allo stile Gruenderzeit. Lungo la Carl Heine Strasse ci sono molti locali, caffè, ristoranti, pub, così come nella vicina Könneritzstraße. Trovate indicazioni più dettagliate nel post Eat the world a Lipsia. Al ritorno dirigetevi verso l’area tra lo stadio e il parco di Rosental: qui ci sono strade piene di palazzi eleganti, ad esempio in WaldStrasse. Se pedalate attraverso il parco in direzione nord-ovest arriverete a Gohlis, un paese che è stato assorbito da Lipsia solo alla fine del 1800: qui c’è un’atmosfera idilliaca, d’altri tempi. E’ il villaggio dove viveva Friedrich Schiller: la sua casa è la più antica di Gohlis, fu costruita nel 1700 ed ha ancora l’aspetto originale.
In alternativa alla bici, provate il Trabi Tour: potete fare lo stesso itinerario e spingervi anche oltre a bordo di una Trabant, e magari guidarla. Sarà come tornare ai tempi della DDR! In serata, cena più o meno sostanziosa alla taverna di Goethe, Auerbachs Keller, e poi un concerto alla Gewandhaus o all’Opera, per finire in eleganza il vostro soggiorno a Lipsia.
Per dormire: in pieno centro a prezzi modici Motel One (ce ne sono due, l’altro è in Piazza S. Nicola); a Plagwitz dentro lo Spinnerei c’è Meister Zimmer.
Per mangiare alcune idee qui.
File Urbani: Radio3 Rai ha trasmesso due puntate su Lipsia a ottobre 2016.
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