In un recente libro musicale di oltre 400 pagine sul 1971 non c’è traccia degli album elencati qui sotto. Così abbiamo pensato di parlarvene noi, perché condividiamo queste parole di Tracey Thorn sulla predominanza maschile nel music business:
“E’ un circolo vizioso il modo in cui gli uomini e la loro musica riescono ad essere così intimidatori. Più ti ritrovi sempre in minoranza, più senti di non far parte di quel mondo (…) Inoltre devo vedere le mie canzoni descritte da autori maschi e a volte male interpretate. Ce n’è una intitolata Guitar nel mio nuovo disco. Nel testo c’è un ragazzo, ma è secondario. La canzone parla della mia prima copia di una Les Paul, fatto completamente ignorato da un paio di recensori maschi convinti che la canzone parli di un uomo. E’ questo il guaio, no? Quando escludi le donne, ti perdi delle cose. O anche quando le consideri solo in base alla loro bellezza, o quando dai per scontato di essere al centro di ogni loro storia, di ogni loro verso”.
- Joni Mitchell, Blue – di Lucia Settequattrini
- Janis Joplin, Pearl – di Laura Gramuglia
- Bridget St John, Songs for the Gentle Man – di Lucilla Chiodi
- Buffy St Marie, She used to wanna be a ballerina – di Lejla Cassia
- Judee Sill, Judee Sill – di Elena Raugei
- Karen Dalton, In my own time – di Paola De Angelis
- Alice Coltrane, Universal Consciousness – di Giulia Cavaliere
- Sandy Denny, The North Star Grassman and the Ravens – di Chiara Veltri
- Nina Simone, Here comes the sun – di Cristiana Paolini
- Dolly Parton, Coat of many colors – di Chiara Longo
- Ruth White, Short Circuits – di Chiara Colli
- Nara Leão, Dez anos depois – di Nur Al Habash
- Shelagh McDonald, Stargazer
- Laura Nyro & Labelle, Gonna Take a Miracle
- Janis Ian, Present Company
- Roberta Flack, Quiet Fire
- Carla Bley, Escalator over the hill
- Rita Coolidge, Rita Coolidge
- Shirley Bassey, Something Else
- The Supremes, Touch
- Sarah Vaughan, A time in my life
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