Entra in scena Hubert Lanzinger, nato a Innsbruck nel 1880, diplomato all’Accademia di Belle Arti di Vienna, pittore ritrattista apprezzato anche da Klimt. Hubert sposa Pia, l’ultima dei quindici figli di Heinrich e Johanna a cui Briol è stato lasciato in eredità, entra nella “Bergfamilie” e si trasferisce sulla montagna. La ristrutturazione di Briol portata a termine nel biennio 1928-29 è probabilmente il capolavoro della sua vita.
Dell’edificio originale del 1898, Lanzinger mantiene le fondamenta massicce e la struttura, ma cambia radicalmente il tetto: non più quello tradizionale a due falde delle case svizzere, ma una copertura a terrazzo spiovente leggermente inclinato in senso opposto a quello della montagna, poco visibile perché Briol è un cubo in stile Bauhaus. I balconi a loggia con quattro pilastri ottagonali bianchi lo fanno assomigliare a un tempio del sole da cui ammirare le Dolomiti, la Val d’Isarco e la Val Gardena.
L’albergo è un esempio spettacolare di architettura alpina in cui lo spazio è organizzato in modo funzionale, senza dispendio di mezzi ed energia. Non c’è una reception, ma un ingresso che ti accoglie con l’aroma di torte appena sfornate e il sentore di attività che fervono in cucina, dove ancora oggi troneggia una splendida stufa d’epoca. Una scala di legno sormontata da un lucernario porta ai piani superiori con le camere e i servizi in comune. A sinistra due sale a disposizione degli ospiti per i pasti e il relax: ovviamente non c’è televisione, ma una piccola libreria e qualche giornale.
“L’uomo moderno, di vena moderna, non ha bisogno di ornamenti, li detesta”, Alfred Loos.
Lanzinger probabilmente conosceva l’architetto Adolf Loos, sicuramente ne fu influenzato: la funzionalità e la scelta dei materiali (larice dalle valle di Sarntal), la predilezione per le forme disadorne, essenziali. Il risultato è un’eleganza spartana a partire dai tre colori visibili all’esterno: il bianco intonacato delle facciate, il bruno-grigio del larice consumato dagli elementi e dal tempo e il verde oliva delle persiane.
Lanzinger progetta anche l’arredamento interno, i mobili, le porcellane, gli utensili in rigoroso stile minimalista, razionalista e funzionale, creando ambienti caldi, accoglienti. Stessa semplicità ascetica per le stanze, la cui unica decorazione sono le linee colorate: giallo acido, arancio brillante e celeste e le iniziali dipinte sopra le porte. Le sedie sono esclusive di Briol, così come le porcellane, fabbricate in una fabbrica ceca (ricordate la professione di Herr Settari?). Briol è una Gesamkunstwerk, un’opera d’arte totale.
Lanzinger aggiunge anche la piscina ovale nel prato assolato sopra la casa circondato dai boschi: soprannominata l’Occhio di Dio, è forse la prima piscina pubblica del Sudtirolo, l’acqua proviene da una fonte e oggi è filtrata senza aggiunta di sostanze chimiche. Un bagno al ritorno da un’escursione o durante i bagni di sole è a dir poco tonificante! Vi abituerete alla presenza degli ospiti autoctoni che graziosamente accettano di condividere con voi l’amenità del luogo: preparatevi a incontri ravvicinati – muso a muso – con le libellule e alle rane dedite all’attività principale nella stagione dell’amore: prolungati accoppiamenti acquatici. That’s Briol! (2, continua)