Un tassista che ha vissuto in tutta Europa, da Barcellona a Creta alla Bulgaria, e adesso si sente straniero nella sua città, mi dice che Anversa ha appena soffiato ad Amsterdam il record di città con il maggior numero di nazionalità: circa 170, più di New York e di Londra. Se prendete il tram numero 10 dalla stazione in direzione Burgerhout, chiudete gli occhi per dieci minuti, probabilmente quando li riaprirete penserete di stare in una città indiana o mediorientale, o africana, a seconda della vetrina che vi troverete davanti.
Il posto straordinario verso la fine di Turnhoutsebaan è De Roma, un cinema sala da concerto che dopo un periodo di abbandono è tornato a vivere grazie all’intervento di volontari e oggi propone un cartellone musicale impressionante oltre alla programmazione cinematografica di classici e nuove uscite. Ma tutto ciò sarebbe banale se De Roma non fosse il posto che è, con un’atmosfera autenticamente retrò che te lo fa amare a prima vista. Assolutamente da vedere.
Tornando verso la stazione c’è Chinatown, il Quartiere ebraico, oltre ad Africa e Asia ovunque con i supermercati, i ristoranti, i negozi di abiti tradizionali, a cui si aggiungono i gruppi di turisti che scendono dai pullman e dalle navi da crociera e fanno la fila davanti alla cattedrale, anch’essa in perenne restauro. La mattina alle dieci le guide turistiche conducono la corsa per accaparrarsi i posti migliori da cui fotografare i capolavori di Rubens, è come una partita a scacchi in cui il visitatore individuale, pedone indifeso, deve sfuggire all’assedio di truppe armate che avanzano a colpi di gadget e trespoli. Mi chiedo come le radiotrasmittenti delle guide non interferiscano tra di loro in una babele di commentari.
E’ vero che qui la gente è friendly, almeno i parrucchieri lo sono: in cerca di una mini confezione di balsamo da poter portare sull’aereo, entro in un salone a pochi metri dall’albergo e ne esco con un campione di shampoo e uno di balsamo Davines, che sotto la doccia producono un effetto spa, profumo buonissimo e capelli morbidi morbidi. Coccole for free (i miei parrucchieri non mi hanno mai regalato niente) che si aggiungono al tè alla cannella offertomi da Yusef quando mi ha vista varcare la soglia stravolta da una giornata di turismo agonistico.
Leave a Reply